1 X TUTTI: Aprile ’15

Salve, sono Uno X Tutti, chiamami 1XT (si legge unoicsti), non sono figlio di Dumas e non mi precede TX1. Sono un essere alieno che, per compassione, ha deciso di prendere possesso del corpo di questo terrestre per usare le sue mani, la sua tastiera, il suo antiquato “Internet” e salvarti. Hai capito bene, salvarti. Ogni trenta cicli giorno/notte sarò qui per metterti davanti gli occhi parti del sapere prodotto dalla tua razza che hai perso mentre affogavi nella cultura annacquata proposta da social e condivisione. Un esemplare per tipo: film, musica, libro, serie tv, fumetto. Questo sarà il mio lascito, la tua ancora di salvezza dal nulla cognitivo. Se carpirai tale occasione non mi riguarda, io sarò già lontano, con il cielo stellato sopra di me e un motore iper-luce bifase sotto il culo. (altro…)

S’adda’appiccià na vampa

Oggi sono di buon umore, sto ascoltando della buona musica e questo mi fa pensare. In genere quando penso, odio. Ci vuole poco a trovare materiale di questi tempi social. Lascio che m’infiammino, così posso piantare i piedi e ruggire come un Balrog. Oggi le cose sono un attimo diverse, ciò che mi porta a battere sulla tastiera è una catena di considerazioni che fermentano da un po’ di tempo e ho voglia di liberarmene, rigurgitarli qui. (altro…)

1953: Un mondo di confini

Ti ho già raccontato di come l’Europa, dopo la caduta della Germania nazista, abbia rivestito il ruolo di un figlio contesto fra due genitori in divorzio. Strattonato fino a spezzarsi. Tutti e tre i protagonisti della Storia, però, devono fare i conti con quello che viene dopo, un Dopoguerra erede di un conflitto talmente disturbante e violento da non aver nemmeno bisogno di ulteriori indicazioni. Il cammino dell’uomo è pieno di guerre, ma il dopo guerra è solamente uno. Un lasso di tempo dove i motori impazziti del mondo devono riprendere a macinare nel verso giusto, popoli che per quasi trent’anni hanno trasformato le loro terre in colossali industrie belliche ora vogliono creare un futuro diverso, lasciare indietro i vecchi protagonisti e trovarne di nuovi. (altro…)

Il Birdman di Schrödinger: ovvero lambiccarsi sul finale

Non dovrei aprire la scatola per controllare se il gatto è vivo o morto. Mi basterebbe andare avanti per la mia strada e lasciare la domanda in sospeso, sarebbe tutto più facile. Poi, dovrei fare lo stesso con il finale di Birdman, ma non ci riesco, ho sentito odore di “chiave di lettura” fin dall’inizio e l’avrei anche accettato se Iñárritu, nel suo lungo piano sequenza, non avesse messo il piede in fallo inciampando proprio negli ultimi minuti. (altro…)

Dado da 20: critico sulla croce

“Io non parlo di cose che non conosco” urlava Moretti in Sogni d’Oro. Forse, i papaboys, prima di mettersi alla tastiera e pubblicare una cosa del genere dovrebbero ripetere quella battuta come un mantra, come un rosario che sempre più spesso lasciano sul banco della chiesa per coprirsi di ridicolo sul web. Terra di nessuno, talmente grande che anche gli idioti trovano spazio. Cari boys, vi farò da master, indossate i vostri paramenti da giullare e seguitemi. (altro…)

La prima voce del futuro

Negli ultimi sette anni il Giappone è preda di una sedicenne dai capelli azzurri che con le sue canzoni ha guadagnato la corona della pop star più celebrata del Sol Levante. Fra le altre cose ha innescato un interessante esperimento sociale che potrebbe ridefinire il concetto di condivisione e diritto d’autore nella musica. Come se non bastasse è riuscita ad aprire una breccia anche nei cuori occidentali, arrivando fino al David Letterman Show. L’impresa più eclatante di Hatsune Miku rimane comunque il fatto che non esiste. (altro…)

Game Over, con gettone

Ogni tanto mi esplode il cervello. Schizzi colpiscono il monitor e scivolano lentamente verso il basso lasciandosi indietro parole, intere frasi. Centinaia di lettere, migliaia, milioni di lettere con un senso. Boati sempre più forti nel tempo mi hanno portato ad allargare i confini dei poligoni dentro i quali racchiuderli in pubblica esposizione. Cogito Ergonomico è il più grande spazio che mi sono mai concesso, ma non è il primo. (altro…)

1949: Esplode l’atomo comunista

Non c’è da sorprendersi se nemmeno due anni dopo la sua creazione l’Orologio inizia a marciare verso la mezzanotte, la realtà uscita dal secondo conflitto mondiale è instabile sotto ogni punto di vista e le forze in gioco stanno ancora esercitando pressioni gigantesche sulle maggiori faglie di scontro. Al termine della Seconda Guerra mondiale bisogna rimettere in ordine il mondo. Il tutto viene fatto secondo la logica dei vincitori, che in quel caso sono gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, nominalmente alleati durante l’avanzata contro l’Asse. In breve tempo si crea un tiro alla fune dove la corda ha il nome di Europa. (altro…)

Oscillando sulla mezzanotte

Viene chiamato Secolo Breve il periodo compreso fra il 1914, inizio della prima guerra mondiale, e il 1991 caduta dell’Unione Sovietica. Il nome coniato dallo storico inglese Eric Hobsbawm racchiude gli anni più agitati mai vissuti dalla civiltà. Due guerre mondiali, guerra fredda, regimi e ideologie di ogni tipo. Ma anche giganteschi passi avanti in campo scientifico, sociale e culturale. Sullo sfondo, a pochi passi dalla fine del giorno, due lancette hanno tenuto traccia di quanto l’uomo sia stato capace di oscillare verso la rovina, dondolando avanti e indietro, sospeso su un abisso senza ritorno. Ecco la storia (e le storie) dell’orologio più pericoloso del mondo. (altro…)