Month: luglio 2014

1949: Esplode l’atomo comunista

Non c’è da sorprendersi se nemmeno due anni dopo la sua creazione l’Orologio inizia a marciare verso la mezzanotte, la realtà uscita dal secondo conflitto mondiale è instabile sotto ogni punto di vista e le forze in gioco stanno ancora esercitando pressioni gigantesche sulle maggiori faglie di scontro. Al termine della Seconda Guerra mondiale bisogna rimettere in ordine il mondo. Il tutto viene fatto secondo la logica dei vincitori, che in quel caso sono gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, nominalmente alleati durante l’avanzata contro l’Asse. In breve tempo si crea un tiro alla fune dove la corda ha il nome di Europa. (altro…)

Oscillando sulla mezzanotte

Viene chiamato Secolo Breve il periodo compreso fra il 1914, inizio della prima guerra mondiale, e il 1991 caduta dell’Unione Sovietica. Il nome coniato dallo storico inglese Eric Hobsbawm racchiude gli anni più agitati mai vissuti dalla civiltà. Due guerre mondiali, guerra fredda, regimi e ideologie di ogni tipo. Ma anche giganteschi passi avanti in campo scientifico, sociale e culturale. Sullo sfondo, a pochi passi dalla fine del giorno, due lancette hanno tenuto traccia di quanto l’uomo sia stato capace di oscillare verso la rovina, dondolando avanti e indietro, sospeso su un abisso senza ritorno. Ecco la storia (e le storie) dell’orologio più pericoloso del mondo. (altro…)

È tardi Signor Manzi

Ne abbiamo di problemi noi italiani. Se mirare a quelli più grossi è semplice e immediato non bisogna dimenticare che spesso sono le problematiche minori che creano i danni maggiori sul lungo o medio periodo, specie se ignorate. Una di queste la si nota maggiormente proprio nel web, un posto composto al 90% dalla parola scritta. Lo stupro di una lingua è indice non solo dell’ignoranza nei suoi confronti, ma anche di una peggior pigrizia nel non voler comprendere dove si sbaglia e rimediare. L’analfabetismo di ritorno è un processo che più di altri mette in evidenza quanto la penisola abbia intrapreso una parabola discendente. (altro…)

Eterno presente

Più di un secolo fa poteva succedere questo: il resoconto di una riunione segreta veniva chiuso in un faldone per l’archivio di stato. L’archivio bruciava e la testimonianza di quelle ore andavano perse. Oggi tutto viene registrato, inserito nella rete e moltiplicato all’infinito. Inoltre non si tiene traccia solamente dei grandi eventi, ma di ogni singolo istante del giorno. Penserai che il tutto si colleghi ad un bel discorso sui nuovi sistemi di archiviazione e ad una attenta disamina se sia più sicuro l’acciaio o il ferro per le scaffalature. Ti sbagli di grosso (poi mi spieghi come ti è venuta un’idea così astrusa), pensavo alla Storia e al fatto che l’abbiamo fermata. (altro…)

Apateismo ai bordi delle strade

Poco prima dell’ultimo censimento inglese, sugli autobus comparvero dei cartelloni che recitavano: “Se sei ateo per dio scrivilo!”. Un incitamento ai molti che si dichiaravano credenti nonostante non lo fossero, giusto per non sfigurare di fronte agli occhi di quel grande fratello che è la società. Il problema di fondo era che il governo inglese, nel momento di decidere l’ammontare dei fondi da destinare alle organizzazioni, si basava sui risultati del censimento, dando così più soldi di quanti ne avesse realmente diritto alla chiesa. Ma se un ateo si rifiuta di credere ad una qualsiasi divinità e fede non dovrebbe rimanere coerente alla cosa anche nel momento in cui compila un modulo anonimo? Sì, a meno che non sia un vero ateo. (altro…)

Tool

Ho rimandato a lungo questo post perché sapevo sarebbe stato il più difficile da scrivere. Riuscire a trasmettere quello che i Tool significano per me, non solo a livello musicale, è impossibile. Punto. Ciò non toglie che proverò lo stesso, perché la grandezza di questa band sta proprio nel fatto che nessuno li vive allo stesso modo e negare la possibilità di scoprire un’esperienza del genere sarebbe un atto di viltà intellettuale senza possibilità di perdono. Quindi preparati che c’è tanto da dire e ancor di più da capire… (altro…)

30.000 papere sui mari

Febbraio 2012, coste dell’Australia. Sul bagnasciuga giace un’imponente massa scura. Le onde nel risalire verso terra la circondano come fosse un disperato abbraccio nel tentativo di riportarla nelle profondità dell’oceano, ma ogni volta, alla fine, si ritirano senza risultato. Quello che l’oceano cerca di riprendersi è la carcassa di una balena, morta chissà quando e chissà dove. Dopo poche ore arrivano sul posto le squadre che si occupano dello smantellamento dell’animale e, nel momento in aprono il ventre del cadavere, si trovano di fronte una cosa tanto fuori posto da risultare inquietante. (altro…)

La micron criminalità

Italiani, popolo di poeti, santi e navigatori. Fosse ancora così. Allo Stato attuale siamo una nazione di frustrati, ignoranti, menefreghisti e adulatori dell’idiozia. L’italiano medio, ormai categoria applicabile come insulto, accumula bile lamentandosi di cosa non funziona “a Roma”. Pretende che la classe digerente assuma una direzione precisa, quella verso l’uscita. Ritiene fondamentale ridurre i costi dell’amministrazione, tutto il resto non conta. Pensa sia normale che un politico abbia sulla coscienza un peccato o due. Non di gola, ma di genere penale o civile. Se poi, malgrado tutto, riesce anche  sfoderare un carisma simbolo dell’evoluzione culturale della penisola i voti non mancano e come un cancro, s’insedia permanentemente fino alla metastasi della nazione. (altro…)

Quell’uomo vestito da cane

A trovare un costume da cane si potrebbero fare degli scherzi molto interessanti. Tutto giocherebbe sul fatto che le normali azioni del padrone verso il suo fido lascerebbero di stucco gli spettatori nel momento in cui l’animale si rivela essere un tizio vestito con una villosa uniforme. Oppure si potrebbe creare un presupposto per cui solamente il padrone può parlare con il cane antropomorfo, e da questo ricavarne una delle serie televisive più intriganti mai fatte. Magari chiamandola Wilfred. (altro…)

Dietro gli occhi

Osservo il buio davanti alla finestra e penso a quanto grande è il mondo, mi sento scomodo. Chiudo gli occhi e sono nell’immensità del pensiero. Posso perdermi nell’astratto da esso generato senza mai vacillare.
La mente umana si espande oltre quei confini che qualche filosofo ci ha dato per invalicabili, e noi fatichiamo ad andarci dietro solamente perché siamo troppo immersi nella realtà costruita per un necessario senso di sicurezza. (altro…)